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La T-shirt ricordo delle vacanze? Quest’anno si cambia! 8 dritte per viaggiatori responsabili

Italiano/English below

Finalmente il viaggio che stavamo aspettando! Siamo in vacanza in una bella località, magari tanto sognata, e un po’ per ricordarci dell’esperienza, un po’ per dire ai nostri cari e amici che ci siamo ricordati di loro anche in ferie non riusciamo a resistere ai souvenir.
Pensandoci bene, abbiamo proprio necessità di portare a casa l’ennesima maglietta con la scritta del posto che abbiamo visitato? O il miliardesimo ninnolo attira polvere che forse guarderemo una volta all’anno? Siamo certi che faremo davvero felici i nostri cari o i nostri amici presentandoci con oggetti destinati magari a stare in un cassetto o a un’altra fine diversa dall’utilizzo?

Con la mia famiglia da sempre porto avanti la tradizione dell’invio di una bella cartolina per far sapere loro che anche in vacanza non ci scordiamo di pensarli! Certo, la tentazione di comprare ricordini è irresistibile… Ma ci rende davvero felici portare a casa un prodotto non etico, realizzato in massa (e quindi nelle case di chissà quanti altri turisti), con un impatto sull’ambiente?
Perché non provare allora la piccola sfida di una caccia al souvenir responsabile? Quest’anno in Norvegia ho provato ad andare in giro alla ricerca di piccoli regali che fossero senza plastica, locali, naturali e utili. Il tempo era pochissimo, ma… nella foto il risultato! Mi è piaciuto molto perché mi ha fatto riflettere su come sia difficile acquistare qualcosa senza plastica, con in più le caratteristiche desiderate. Inoltre mi ha portato a pensare di più prima di comprare qualcosa, a ponderare l’acquisto. Oltre a portarmi dentro negozi poco turistici, amalgamandomi ai locali nelle loro abitudini.

Volete provare anche voi? Ecco alcuni suggerimenti per perfetti turisti responsabili! Se provate, raccontateci l’esperienza e mandateci le foto delle vostre idee, saranno utili ad altri viaggiatori.

Cosa possiamo fare?

1) Possiamo sostenere l’economia locale.

Verifichiamo dove è stato prodotto l’oggetto che ha attirato la nostra attenzione. Siamo alle Canarie e si tratta di una maglietta prodotta in India? Ci troviamo in Grecia e il vestitino viene dalla Repubblica Ceca? Per ringraziare un paese di averci accolti sarebbe una buona idea sostenerne l’economia, soprattutto favorire la conservazione della vera eredità culturale e dare la possibilità agli artigiani locali di mantenere il proprio lavoro. Inoltre, i prodotti importati hanno un’impronta inquinante maggiore. Ha poi senso portare una borsa con le palme dalla Florida made in China?
L’anno scorso attraversando le saline di una piccola isola francese ho acquistato direttamente dai produttori il sale marino integrale, un regalino utile e apprezzato dai destinatari. In Brasile ho comprato da una sarta del posto camicie da notte realizzate artigianalmente e rifinite con il tradizionale ricamo locale. Una colorata amaca magistralmente intessuta in Venezuela mi riporta ai colori del suo bellissimo mare.
Supportiamo in generale le attività che impiegano dipendenti locali, utilizzando materie prime locali; vale per i souvenir ma anche per il cibo, l’alloggio, le escursioni e le visite guidate.

2) Possiamo visitare i mercati locali e i negozi second-hand.

Sono una fiera di odori, colori, rumori. Richiedono pazienza quando sono molto affollati, ma non tutti lo sono in tutti gli orari. Andiamo alla scoperta di un paese anche attraverso il suo mercato, impariamo cosa è prodotto localmente, cosa cresce in quella terra, quali saperi sono stati coltivati. Potremo fare acquisti non tanto costosi e dare una mano direttamente ai lavoratori locali. In Turchia al mercato ho trovato un efficace sapone biologico di olio di oliva e daphne utilizzato nella tradizione locale con un’antica ricetta. Dai mercati siciliani mi piace regalare mandorle, origano, miele, pistacchi, semi di sesamo, farine di grani antichi locali.

3) Possiamo comprare dagli artigiani del posto o da associazioni che aiutano gli artigiani locali.

Ogni paese ha le proprie tradizioni, meglio ancora: ogni area di un paese. Scopriamo nei libri, nelle guide o su internet quali sono quelle del luogo dove villeggiamo. La ricerca renderà la nostra vacanza un vero viaggio alla scoperta di un’altra cultura. E potremo stupire i nostri amici con qualcosa di diverso dal solito souvenir, magari con una sua speciale storia! Dalla Malesia, una statuina snodabile di legno utilizzata per le rappresentazioni del teatrino tradizionale, il cinema di una volta, mi ricorda il racconto di questi spettacoli attraverso gli occhi del suo costruttore.

4) Possiamo cercare realtà locali che supportano cause sociali o ambientali oppure associazioni di beneficenza.

Accertiamoci inoltre che siano rispettate le condizioni lavorative di chi ha realizzato ciò che abbiamo individuato come souvenir della vacanza.
Viene dalle Canarie la mia maglietta preferita in bambù realizzata in modo ecosostenibile per finanziare il progetto locale Clean Ocean Project. In Norvegia ho trovato regalini in un negozio second-hand i cui proventi andavano in beneficenza.

5) Rispettiamo il lavoro locale pagando un prezzo giusto.

Prodotti con un prezzo troppo basso possono insospettire. Insistere sullo sconto in alcuni contesti e in alcune situazioni può creare difficoltà a chi cerca di mantenersi e di mantenere la propria famiglia con il proprio lavoro.

6) Possiamo verificare i materiali dei souvenir che ci piacciono.

Sono biologici? Sono a basso impatto ambientale? Il cotone è biologico? Il pareo è in tessuto sintetico? Nei nostri articoli potete trovare linee guida per scegliere materiali più sostenibili.

7) Possiamo evitare prodotti di origine animale.

Non acquistiamo ovviamente derivati da fauna e flora locali proibiti dalle normative nazionali e internazionali, a rischio di estinzione. Controlliamo bene che il souvenir non ne contenga in nessuna parte.

8) Possiamo evitare oggetti di plastica usa-e-getta o comunque con un’alta probabilità di finire a breve nei rifiuti.

Preferiamo materiali ecologici oppure riciclati. In alcuni paesi si trovano per esempio piccoli giocattoli (come aeroplanini, macchinine, biciclette) creati dalle lattine. In Brasile ho conosciuto un ragazzo che vendeva creazioni dagli scarti del cocco, trovando un delizioso set di tazzine da caffè dal lui costruito.

In più…possiamo chiacchierare con le persone del posto!

Chi mi conosce sorriderà leggendo quest’ultimo punto, per me importante! Quando entro in qualche negozio o quando mi avvicino a qualche banchetto al mercato, parto con le domandine per sapere qualcosa di più su chi ha fatto ciò che vorrei acquistare. Lo ha disegnato lei? Lo ha cucito lei? Dove compra i tessuti? Dove ha imparato a….(cucire/modellare/intagliare ecc.)? Ovviamente senza importunare! Di solito mi permette di acquistare qualcosa sapendone la storia e mi sembra di portare a casa il frutto dell’impegno di qualcuno e un pezzettino della sua storia.

Se vi interessa approfondire il comportamento del turista responsabile, l’UNWTO ha redatto il Codice Mondiale dell’Etica per il Turismo.

 

 


English – The souvenir T-shirt? This year we change! 8 tips for responsible travellers

Finally the journey we were waiting for! We are on vacation in a wonderful site, maybe we have dreamt about it for long. And both in order to remind about the experience and to say our loved ones and friends that we remember about them also on vacation, we can  not resist to the temptation of souvenirs.
If we think about it, do we really need to bring home the umpteenth t-shirt with the name of the site we have visited? Or the billionth dust-attracting trinket at which we will have a look once in a year? Are we sure we will make our loved ones or friend with objects designated to stay in a drawer or to have another end other then being used?
In my family we have a tradition of sending a nice postcard to make them know that even on vacation we think about them! For sure, the temptation of purchasing keepsakes is irresistible… But does it really make us happy to bring home an unethic, mass-produced (so being in who knows how many houses of other tourists), environment-damaging souvenir?
Then, why don’t try the small challenge of the responsabile-souvenir-hunting?
This year in Norway I tried to look for small presents without plastic and if possibile being local, natural and useful. Time for shopping was very limited, but…in the picture you can see the results! I loved it a lot because it made me think about how it is difficult to buy avoiding plastic and with the mentioned desired features. Moreover, it brought me to think more before buying, reflecting on the purchase, in addiction to forcing me to discover less touristic shops, while gelling with locals in their habits.
Would you also like to try? Here there are few suggestions for perfect responsible travellers! If you try, tell us about your experience and send us pictures of your ideas, they will be useful for other travellers.

What can we do?

1) We can support local economy.

We can verify where the object attracting our attention was produced. Are we in the Canaries and it is a t-shirt made in India? Are we in Greece and the dress comes from the Czech Republic? To thank a country that welcomed us, it could be a good idea to support its economy, especially to encourage the preservation of the real cultural heritage and to give local artisans the opportunity to keep their jobs. Moreover, imported products have a greater carbon footprint. And does make any sense to bring a bag with palms from Florida made in China?
Last year, cycling among the salt pans in a small French island, I have purchased the whole sea salt directly from the producers, an useful little present appreciated by the receivers. In Brazil, I have purchased nightdresses traditionally embroidered and hand-made by a local tailor. A colourful hammock masterfully knitted in Venezuela reminds me the marvellous colours of its sea.
Let’s support local activities in general, the ones employing local people, using local raw materials; considering souvenirs but also food, accommodation, tours and guided visits.

2) We can visit local markets and second-hand shops.

They are an exhibition of odours, colours, sounds. They require patience when very crowded, but not all are always full of people at all times. We discover a country also through its market, we learn what is locally produced, what grows on that land, which knowledge has been raised. We can make not so expensive purchases and directly help local workers. In a market in Turkey I have found an efficient organic soap with olive oil and daphne, used in the local tradition according to an ancient receipt. From the markets in Sicily I like to bring as presents almonds, oregano, honey, pistachios, sesame seeds, flours of ancient local wheat.

3) We can buy from local artisans or from associations helping local artisans.

Each country has its own tradition, to better saying: each area of a country. We discover in books, guides or on internet which are the ones of the site where we are on vacation. The research will make our journey a real travel discovering another culture. And we can amaze our friends with something different from the usual souvenir, eventually with a special story! From Malaysia, a jointed wood statuette used for the traditional theatre (the old cinema) reminds me the story of those shows through the eyes of this maker.

4) We can look for local entities supporting social or environmental causes or for charity associations.

We have to be sure also that labour conditions of who made our vacation souvenirs have been respected.
My favourite bamboo t-shirt comes from Canaries, made in a eco-sustainable way to support the local Clean Ocean Project. In Norway I have found keepsakes in a second-hand shop with charity purpose.

5) We respect the local labour paying a fair price.

Products with a price that is too low could make us suspicious. Insisting on a discount in certain contexts and in certain situations can create difficulties to whom is trying to maintain himself/herself and his/her family with his/her job.

6) We can verify the materials of the souvenirs we like.

Are they organic? Have they a low impact on the environment? Is cotton organic? Is the sarong made of a synthetic textile? In our articles you can find guide lines to choose more sustainable materials.

7) We can avoid animal products.

Of course do not buy derived products from the local endangered fauna and flora forbidden from national and international laws. Check well that the souvenir does not contain them in any part.

8) We can avoid single-use plastic objects or any objects with high potential to end shortly into waste.

Prefer ecological or recycled materials. In some countries we can find for example small toys (like planes, cars, bicycles) made by cans. In Brasil I have met a guy selling creations from coconut waste, finding a cute coffee set made by him.

Moreover… we can chat with local people!

Who knows me will smile reading this last point, crucial for me! When I enter any shop or approaching any market stand, I start with little questions to know more about who made what I would like to buy. Have you designed it? Have you sewn it? Where do you buy textiles? Where have you learned to… (sew/shape/carve etc.)? Of course without bothering! It usually allows me to buy something knowing the story about it and it seems to me to bring home the effort of someone else and a piece of his story.

If you would like to deepen the behaviour of the responsible tourist, UNWTO has composed the Global Code for Ethic in Tourism.

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