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Conoscete il puncetto? La storia di Maria e di una tradizione artigianale italiana

di Annamaria V.
Puncetto: una passione!
Mi racconta la figlia Carla che un’estate sua mamma Maria e suo padre di Vigevano presero una casa in Valsesia. Lei era una abilissima ed espertissima ricamatrice: preparava parure per spose e confezionava camicie per uomo con cifre e doppio collo con grande perfezione.


Quando vide che le vicine di casa si mettevano sedute fuori davanti alle loro case e lavoravano al “puncetto” che non conosceva, si incuriosì, si interessò e chiese se lo insegnassero anche a lei.

Appena le vicine si accorsero di quanto fosse brava e svelta ad imparare furono disposte a condividere con lei i disegni tramandati di generazione in generazione e gelosamente custoditi.
Questa vera e propria arte crea un ricamo prezioso ed unico e richiede precisione e pazienza.

La signora Maria seppe inventare nuovi disegni e nuovi modi di utilizzo da bordi a presine, che amava regalare.
Fu per lei una grande emozione quando le figlie la condussero alla manifestazione “Vigevano più pre-natalizia” e la figlia Carla, la quale ha ereditato dalla madre due mani d’oro per il cucito e una grande estrosità nel confezionarsi abiti, le allestì, a sua insaputa, con tantissimi lavori da lei fatti, le sale decorate con affreschi e stucchi ed arredate con i mobili d’epoca a Palazzo Roncalli: centrini, bordi, merletti su divani e tavoli e un lenzuolo era adagiato sul pianoforte: una visione da restare senza fiato per la bellezza!e quanti complimenti!
A 80 anni a seguito di un’operazione agli occhi che le impediva di vedere da vicino perfettamente Maria dovette smettere di fare il puncetto, una passione che l’aveva accompagnata per tanti anni e per tante ore della sua vita. Le figlie la ricordano stare ore ed ore a lavorare e smettere solo per accudire la casa e la famiglia.

Grazie della condivisione di questo ricordo!

Storia del puncetto:
Il più antico documento esistente sul Puncetto Valsesiano è un atto notarile del 1685, un atto dotale, che per un grande fazzoletto bianco inserito nella dote, certifica essere ornato da “ponchietto”. Bisogna quindi presumere che a quell’epoca esso fosse già ampiamente radicato nella cultura artigianale tradizionale e la sua tecnica fosse già ben sviluppata e definita. 
Prova ne sono anche le testimonianze iconografiche del diciassettesimo secolo, come la statua della Madonna alla Cappella n° 4 del Sacro Monte di Varallo (patrimonio Unesco dal 2003, insieme agli altri Sacri Monti Piemontesi e Lombardi).
Manufatti con puncetto di antica produzione (inizio ‘800) giunti fino a noi, si trovano nella biancheria della casa, ma soprattutto nelle camicie e nei grembiuli delle donne che sono ancora oggi elemento dell’abito tradizionale. 
Per secoli la tecnica di realizzazione del “Puncetto Valsesiano” è stata tramandata solo verbalmente e molto gelosamente, in ambiti parentali o di piccole comunità, al punto di assumere valore identitario, elemento distintivo di stato civile, immancabile ornamento sia negli abiti festivi  che in quelli da lavoro.” (dal sito artsandculture.google.com)

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