Vita da Dress Ecode – Dietro le quinte: un modo nuovo di progettare, produrre e gestire è possibile!
Italiano/English
Una delle convinzioni che ho è che per scrivere su un sito sia necessario leggere, studiare, informarsi sempre su ciò di cui si scrive. Certo non ci sente mai pronti: stare al passo con quello che accade nel mondo richiede attualmente ritmi rapidi, essere aggiornati sulle nuove tecnologie e scoperte comporta un impegno costante, leggere tutto ciò che al giorno d’oggi è facilmente a disposizione su un argomento è un’impresa, selezionare le fonti sicure è sfidante. Ma ritengo sia necessario per comprendere, proporre, descrivere, raccontare, spiegare, confrontarsi su un tema di cui ci si occupa. E praticamente diventa un obbligo se come nel nostro caso si tengono lezioni e workshop. Nel percorso di aggiornamento rientrano anche i corsi (nell’ultimo anno ne ho seguiti 5 sull’argomento moda, moda sostenibile, design, sostenibilità). Leggerei tre libri al giorno su queste tematiche!
Da una parte, il corso sulle strategie sostenibili di business (Harvard) mi ha rincuorato con un bellissimo messaggio positivo e la possibilità di cambiare la gestione aziendale orientandola a un solido scopo sociale e/o ambientale (diverso dalla formale mission) con risultati economici positivi nel lungo termine. Si può essere sostenibili e profittevoli, si può gestire in modo efficiente un’azienda prestando attenzione alle persone e all’ambiente. Credo in questo fortemente, al punto da voler orientare un nuovo modo di fare consulenza ad aziende e altre piccole/grandi organizzazioni verso forti obiettivi sociali e ambientali, con risultati positivi per tutti gli attori coinvolti, per le comunità in cui operano, per la natura circostante. Una domanda di un compito del corso: “Una singola azienda che agisce da sola può avere un grande impatto su clienti, dipendenti e comunità. Ma può avere un impatto al di là del suo mondo particolare? Se sì come?”. Così ho risposto al compito:
“Sì, penso che il loro impatto sia come una pietra gettata in un lago, producendo cerchi sempre più grandi che creano onde e muovono l’acqua intorno. È come un effetto a catena: se hanno un impatto su clienti, dipendenti e comunità allora clienti, dipendenti e comunità a loro volta creeranno un impatto simile, moltiplicando e diffondendo l’effetto. Se le singole aziende valorizzano la sostenibilità e il rispetto per le persone e l’ambiente, tali valori – attraverso i loro comportamenti e le loro azioni – influenzeranno i clienti, i dipendenti e quindi le comunità”.
Dall’altra parte, il corso teorico e pratico presso il London College of Fashion (University of Art London) sul design sostenibile nella moda mi ha fatto toccare con mano le sfide dei designer di oggi e riflettere su quanto sia in fondo stimolante vivere in questo momento, in cui la creatività è la chiave per individuare tutte le opportunità che abbiamo per cambiare il sistema della moda (e non solo). Vedere da vicino le opzioni tra cui possiamo scegliere in fase di creazione degli indumenti mi ha portato a riflettere ancora di più sulla responsabilità dei designer.
“In molti modi, la crisi ambientale è una crisi del design. È una conseguenza di come gli oggetti sono fatti, gli edifici sono costruiti e i paesaggi utilizzati”. (Van Der Ryn, 2004)
Abbiamo gli strumenti per ideare e realizzare soluzioni per vestirsi (e in generale per vivere) minimizzando il nostro impatto negativo sulla natura, oltre che sulle persone coinvolte e sugli animali.
Un gruppo di studio internazionale (siamo arrivati da Ucraina, Spagna, Italia, India, Brasile, Ungheria, Singapore, Giappone, Regno Unito) dà speranza di diffondere buone nuove pratiche di settore nel mondo! Grazie all’insegnante Noorin Khamisani, fondatrice del brand sostenibile Outsider, per tutti gli input creativi. Abbiamo provato insieme ad applicare l’upcycling, inventandoci nuovi usi di giacche da uomo destinate ai rifiuti. Abbiamo sperimentato la sfida del design zero waste, per creare senza produrre alcuno scarto con i tessuti a disposizione. Abbiamo fatto il pieno di stimoli per creare e di positività sul futuro del settore nonostante le complesse sfide!
Un modo nuovo di progettare, produrre e gestire è possibile (e necessario), ci crediamo fortemente.
Più sotto le foto dell’esperienza.
English – Dress Ecode’s lifestyle: Behind the scenes – A new way of designing, producing and managing is possible
One of the beliefs I have is that to write on a website it is necessary to read, study, always inquire about what is written. Certainly you never feel ready: keeping up with what is happening in the world currently requires rapid rhythms, being up to date on new technologies and discoveries involves constant effort, reading everything that is readily available on a topic today is a company, selecting the trustable sources is challenging. But I think it is necessary to understand, to propose, to describe, to narrate, to explain, to confront oneself on a theme we are dealing with. And practically it becomes an obligation if, as in our case, lessons and workshops are held. Courses are also included in the growing path (in the last year I have followed 5 of them on the topic of fashion, sustainable fashion, design, sustainability). I would read three books a day on those issues!
On the one hand, the course on sustainable business strategies (Harvard) has encouraged me with a beautiful positive message and the possibility of changing business management, orienting it towards a solid social and/or environmental purpose (different from the formal mission) with positive economic results in the long term. You can be sustainable and profitable, you can efficiently manage a company by paying attention to people and the environment. I strongly believe in this, to the point of wanting to orientate a new way of consulting companies and other small/large organisations towards strong social and environmental objectives, with positive results for all the actors involved, for the communities in which they operate, for nature surrounding. A question of a course homework: “Individual firms acting alone can have a great impact on customers, employees and communities. But can they have an impact beyond their particular worlds? If so how?”. That was my reply:
“Yes, I think their impact is like a stone thrown in a lake, producing circles larger and larger that create waves and move the water around. It’s like a chain effect: if they have an impact on customers, employees and communities then customers, employees and communities on their own create a similar impact, multiplying and spreading the effect. If individual firms value sustainability and respect for people and the environment, those values – through their behaviours and actions – will affect clients, employees and then the communities”.
On the other hand, the theoretical and practical course at the London College of Fashion (University of Art London) on sustainable fashion design made me touch the challenges of today designers and reflect on how stimulating it is to live in this moment, in which creativity is the key to identifying all the opportunities we have to change the fashion system (and not only). Seeing the options we can choose from when creating garments has led me to think even more about the responsibility of designers.
“In many ways, the environmental crisis is a design crisis. It is a consequence of how things are made, buildings are constructed, and landscapes are used”. (Van Der Ryn, 2004)
We have the tools to design and implement solutions to dress (and generally live) by minimizing our negative impact on nature, as well as on the people involved and animals.
An international study group (we arrived from Ukraine, Spain, Italy, India, Brazil, Hungary, Singapore, Japan, United Kingdom) gives hope to spread good new industry practices around the world! Thanks to the teacher Noorin Khamisani, founder of the sustainable brand Outsider, for all the creative inputs. We tried together to apply the upcycling, inventing new uses for men’s jackets that were going to be wasted. We have experienced the challenge of zero waste design, to create without producing any waste with the available fabrics. We have been full of inspirations to create and be positive about the future of the sector despite the complex challenges!
A new way of designing, producing and managing is possible (and necessary), we strongly believe in it.