La tintura naturale con le ricette di colori di Ambra Poli
Italiano/English below pictures
Puoi ascoltare qui l’articolo: Audio-à-porter – Tintura naturale Ambra Poli
Ambra ci accoglie nel delizioso locale della Fioreria, a Milano, un incantevole negozio dove acquistare creazioni floreali e seguire corsi creativi interessanti. Sul tavolo ha già preparato gli strumenti per farci provare a tingere in modo del tutto naturale i tessuti.
La tintura tessile è la seconda maggiore fonte di inquinamento di acqua nel mondo (fonte Nazioni Unite). Anche dopo il trattamento delle acque reflue, le sostanze chimiche residue del processo di tintura restano nelle riserve idriche. Spesso non pensiamo all’impatto che hanno, oltre i tessuti, le tinte per renderli ai nostri occhi più piacevoli e non tutti uguali. Molte sostanze per tingere e fissare il colore, oltre a quelle utilizzate per migliorare la resa dei tessuti, finiscono nei fiumi e nei mari.
Eppure la natura ci offre tante alternative che ci consentono di rispettarla, senza immettere nell’ambiente sostanze nocive e più indicate per la salute della nostra pelle, con una resa magari meno precisa, un procedimento più lento, una durata inferiore (sarà magari necessario rifare un bagno di colore nel tempo), un effetto non uniforme ma proprio per questo unico. Ambra si dedica a quest’attività, accanto alla professione di props stylist. Ci spiega che è un po’ come in cucina: ci sono ingredienti e ricette da seguire, tempi da rispettare, temperature da controllare, arrivando a risultati diversi in base a differenti combinazioni di questi elementi.
Prendiamo appunti su come sia possibile tingere, anche a casa nostra, un tessuto naturale (come lino, canapa, cotone, meglio biologici non dimentichiamo). Ricordandoci anche dei fili, se in materiale sintetico il colore naturale faticherà ad attecchire. Ci scriviamo le proporzioni degli ingredienti, perdendoci in calcoli matematici e controllando insieme di aver rapportato le misure dei vari elementi in litri e grammi in modo corretto. Si parte dal bagno al tessuto, per almeno un’ora. Segue il lavaggio a mano con detersivo ecologico. Poi la mordenzatura, per favorire il fissaggio del colore sul tessuto. Il procedimento richiede tempo, perché più lasciamo a bagno e migliore sarà il risultato. A questo punto la nostra stoffa è pronta per essere tinta. Utilizzando polveri come indigo, l’effetto è immediato. Con verdure, fiori, frutti, foglie, rametti, radici, bacche dovremo avere un pochino più di pazienza. Il colore è il risultato di tappe lente, di tempo e parte della nostra vita che entra nella creazione della tinta per questo motivo unica.
Proviamo con il cavolo viola, per ottenere un meraviglioso colore azzurro. Accanto, un pentolone con la robbia, per le tonalità di marrone. Più in là l’indigo, un blu deciso. Infine la curcuma, color giallo oro. Qualcuno prova a creare striature, piegando e annodando intorno al tessuto un cordino. Noi ci cimentiamo con la sfumatura: indigo per una fascia blu che smorzandosi si incontra pian piano con il tono più tenue del cavolo viola.
Ortica, more, cipolla, barbabietola, camomilla, sambuco, edera, mallo di noce, tè, salvia, mirtillo, rabarbaro, curcuma, melograno, zafferano, ginestra, avocado, campeggio, caffè: quante possibilità di creare il colore desiderato abbiamo senza immettere sostanze inquinanti nell’ambiente!
Ambra realizza tessuti per la tavola in fibre naturali da lei colorati, oltre a organizzare corsi sul tema. Qui trovate il suo sito: Hue Table Stories.
English – The natural dyeing with Ambra Poli’s receipts of colours
Ambra welcomes us in the delightful place of La Fioreria, in Milan, a charming shop where you can buy floral creations and take interesting creative courses. On the table she has already prepared the tools to make us try to dye the fabrics in a completely natural way.
Textile dyeing is the second largest source of water pollution in the world (source: United Nations). Even after wastewater treatment, the residual chemicals of the dyeing process remain in the water reserves. Often we do not think about the impact that, in addition to textile production, colors have to make fabrics more pleasant and not all identical. Many substances to dye and fix the color, in addition to those used to improve tissue performance, end up in rivers and seas. Yet nature offers us many alternatives that allow us to respect it, without entering into the environment harmful substances and that are more suitable for the health of our skin, with a yield perhaps less precise, a slower procedure, a shorter duration (it will perhaps be need to redo a color bath over time), an uneven effect but precisely for this unique. Amber dedicates herself to this activity, alongside the profession of props stylist. She explains that it’s a bit like cooking: there are ingredients and recipes to follow, times to respect, temperatures to check, coming to different results based on different combinations of these elements. We take notes on how it is possible to dye, even in our home, a natural fabric (such as linen, hemp, cotton, better organic do not forget). Reminding us also of the threads, if in synthetic material the natural color will struggle to take root.
We write down the proportions of the ingredients, getting lost in mathematical calculations and checking together to have compared the measurements of the various elements in liters and grams correctly. It starts from leaving the fabric to soak, for at least an hour. The hand washing with ecological detergent comes after. Then the mordanting bath, to favor the fixation of the color on the fabric. The process takes time, because the more we leave to soak, the better the result will be. At this point our fabric is ready to be dyed. Using powders as indigo, the effect is immediate. With vegetables, flowers, fruits, leaves, twigs, roots, berries we will have to have a little more patience. Color is the result of slow stages, time and part of our life that enters the creation of the tint for this unique reason.
We try purple cabbage, to get a wonderful blue color. Beside, a pot with the madder roots, for shades of brown. Further on, the indigo, a bright blue. Finally, turmeric, for golden yellow. Someone tries to create streaks, bending and knotting around the fabric a lanyard. We try the shades: indigo for a blue band that dampens slowly with the softest tone of the purple cabbage.
Nettle, blackberries, onion, beetroot, chamomile, elderflower, ivy, walnut, tea, sage, blueberry, rhubarb, turmeric, pomegranate, saffron, broom, avocado, haematoxylon campechianum powder, coffee: how many chances to create the desired color we have without entering polluting substances in the environment!
Ambra creates fabrics for the table in natural fibers that she colors, as well as organizing courses on the theme. Here you can find her website: Hue Table Stories.