Dai retroscena del lavoro nel fast fashion al desiderio di una moda più lenta ed etica: Manuela racconta The Casual Twinkle
Dalle aziende di moda tradizionale e di fast fashion alla propria piattaforma che propone capi più sostenibili, incontriamo Manuela Valta che ci racconta dei retroscena delle aziende di moda veloce, di come scegliere meglio i capi per i nostri bambini e bambine e ci parla della natura, di montagna, di viaggi lontani e dalla sua esperienza di mamma single. Entriamo nel mondo di The Casual Twinkle. Ascolta qui la puntata live del podcast su Speaker , Apple Podcasts o su Spotify: Ciao Manuela, sono anni che ci rincorriamo! “Non so da quant’è che lo diciamo, sì, è un piacere collaborare insieme. Ci siamo davvero tanto cercate, ma soprattutto ci piace…
È battaglia tra Temu e Shein: lo scontro arriva in tribunale
La battaglia antitrust tra le aziende Shein e Temu arriva nei tribunali statunitensi. Temu sostiene che Shein detenga un monopolio nel mercato della moda ultraveloce, offrendo prezzi più bassi e stili più nuovi rispetto al tradizionale fast fashion. Temu accusa anche Shein di costringere i produttori ad accordi esclusivi e minaccia di imporre multe se non si conformano. Shein Shein, il popolare marchio di ultra-fast fashion con sede in Cina e Singapore, è noto per offrire una vasta selezione di abbigliamento alla moda, accessori e prodotti beauty a prezzi molto accessibili. Si rivolge principalmente a un pubblico giovane, con un’enfasi sulle ultime tendenze di moda e una presenza significativa sui…
Il disboscamento illegale in Cambogia per alimentare l’industria della moda
Il settore dell’abbigliamento in Cambogia è alimentato da un’attività di disboscamento illegale. Nell’industria della moda globale, non è una novità l’accusa di trarre profitto a spese delle foreste. L’anno scorso, abbiamo pubblicato un articolo su una ricerca che ha evidenziato il collegamento tra moda e deforestazione in Amazzonia. La foresta protetta di 402.352 ettari che si estende attraverso le province di Kampong Speu, Koh Kong e Pursat è considerata una delle foreste pluviali meglio conservate del paese. È una zona ricca di biodiversità. Secondo un’indagine condotta da Mongabay (2023)*, le fabbriche nel settore dell’abbigliamento in Cambogia stanno utilizzando legna tagliata illegalmente da queste aree protette per alimentare le loro caldaie.…
SHEIN: un nuovo studio rivela sostanze chimiche pericolose nei prodotti
SHEIN, marchio di ultra-fast fashion, ha un “modello di business basato su sostanze chimiche pericolose e distruzione ambientale” secondo una recente indagine di Greenpeace Germania. Il marketing di SHEIN bombarda i giovani, attraverso piattaforme come TikTok, con articoli dall’aspetto affascinante venduti a prezzi stracciati, promossi da micro e macro influencer che ottengono in cambio prodotti gratuiti e altri vantaggi. Poco però si sa delle migliaia di fornitori che tagliano e cuciono i capi nel Guangdong, in Cina, e ancor meno delle fabbriche che trattano e tingono i loro tessuti, maggior fonte dell’inquinamento causato da SHEIN. Per scoprire di più sui prodotti e in particolare sull’uso di sostanze chimiche pericolose nella catena di approvvigionamento,…
Avviso pericolosità prodotti: due modelli di scarpe segnalati dalla Commissione Europea
La Commissione Europea segnala rapidamente le misure adottate contro i prodotti pericolosi non alimentari tra le autorità nazionali responsabili della sicurezza dei prodotti nei paesi del mercato unico. Ogni giorno le autorità nazionali inviano avvisi con le informazioni sulla tipologia di prodotto rilevato come pericoloso, una descrizione del rischio e le misure adottate dall’operatore economico o disposte dall’autorità. Due modelli di scarpe Guess sono al momento segnalati. Le sostanze chimiche nocive che mettiamo ai piedi indossando calzature possono superare i limiti consentiti. L’uso di prodotti chimici tossici per l’ambiente e la salute è purtroppo al momento uno degli impatti negativi dell’industria della moda. Le segnalazioni sono sicuramente uno strumento utile,…
Biodesign: il possibile futuro della moda
Siamo spinti a riconsiderare cosa mangiamo, come viaggiamo e cosa compriamo per ridurre il nostro impatto ambientale collettivo, che viene spesso commercializzato con il termine “sostenibilità”. Ma la sostenibilità non dovrebbe essere fondamentalmente incorporata nel modo in cui le cose sono progettate e realizzate, se vogliamo ridurre drasticamente l’impatto climatico sulla scala necessaria per fermare il cambiamento climatico? Qual è un modo ecologico per creare case, vestiti, automobili e cibo? Seguire il modello della natura e incorporare sistemi biologici nella creazione di oggetti, secondo una crescente comunità di designer e scienziati. Così si contribuirà a garantire che siano prodotti simbiotici con il nostro pianeta, piuttosto che parassiti o inquinanti. Cos’è…
Greenwashing: i 7 peccati da evitare
Quali ti capita di vedere più frequentemente? Quale ti fa arrabbiare di più? Qual è più difficile da smascherare? Se vuoi conoscere 6 modi per individuare il greenwashing, leggi qui. Vuoi evitare il greenwashing nella tua comunicazione? Scrivici per sapere cosa possiamo fare per te Fonte: TerraChoice
Un’amara storia per Audio-à-porter
Aggiornamento Maggio 2023 Perché non trovi l’audio-articolo? Perché non possiamo pubblicare episodi del podcast. Dopo che l’Ufficio europeo ha da poco dato ragione all’opposizione, e quindi di fatto inibendo l’uso di “à-porter” nei marchi, il brand non pago del risultato ci comunica tramite avvocati che Audio-à-porter è stato nuovamente utilizzato per un podcast pubblicato il 13 aprile scorso (https://www.spreaker.com/show/audio-a-porter). Abbiamo necessità di tempi tecnici per la transizione, che vorremmo vivere con necessità e non minacciati dall’avvio di azioni successive. Sappiamo invece che tu, lettore, avrai pazienza e a breve troverai caricato l’episodio. Ci spiace e non ci capacitiamo dell’appropriazione di “à-porter”. ———————————————- Non è stato semplice fare questa comunicazione. Non…
Shein: l’indagine di Channel 4 dentro le fabbriche cinesi
Channel 4 entra nelle fabbriche cinesi di Shein sotto copertura e racconta il lato sociale oscuro del fast fashion. Il video inchiesta, dal titolo Inside the Shein Machine: UNTOLD, porta alla luce le condizioni dei lavoratori che producono i capi del colosso di moda ultra-rapida: lavorano 7 giorni su 7 fino a 18 ore al giorno non hanno nessuna pausa, nella pausa pranzo le dipendenti sono costrette a lavarsi i capelli hanno un solo giorno libero al mese realizzano 500 capi di abbigliamento al giorno sono pagati al massimo 4.000 yuan al mese (circa 550 euro) per ogni errore commesso perdono 2/3 dello stipendio giornaliero ricevono 4 centesimi di euro a…
Patagonia vs Fast Fashion – Leader a confronto
Chi c’è dietro Patagonia? E Shein? E Uniqlo, Zara, H&M, Primark? L’ultima decisione del fondatore di Patagonia porta a riflettere su chi sta dietro alle più note aziende di abbigliamento con missioni diverse dal brand del settore outdoor. Yvon Chouinard e famiglia hanno trasferito la proprietà del brand Patagonia, del valore di circa 3 mld di euro, a un’ONG. La notizia non sorprende: da tempo Chouinard raccontava della sua idea differente di capitalismo (link all’articolo nella caption). Patagonia si dimostra ancora una volta un brand con un piano di sostenibilità a lungo termine solido e credibile. “Devi reinventare del tutto il capitalismo. Porta a un sacco di persone povere e a poche…