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Alla scoperta del bambù! Pregi e difetti di un materiale morbidissimo e lucente

Ho scoperto il bambù come risorsa tessile qualche anno fa, acquistando una soffice maglietta nel negozio del progetto Clean Ocean Project (Canarie). E’ subito diventata una delle mie preferite!
Tra i filati sostenibili sempre più spesso si nomina il bambù, una fibra di pura cellulosa.
Lucente come la seta, morbido, antibatterico, resistente, traspirante, assorbente (più del cotone), protettivo dai raggi UV, al 100% biodegradabile senza rilasciare sostanze tossiche.
Antibatterico perché contiene un agente chiamato Bambù Kun che assolve una naturale funzione deodorante bloccando la proliferazione dei batteri origine di cattivi odori. I vestiti in bambù sono più igienici e rimangano più freschi e profumati (uno studio pubblicato su AATTCC Review realizzato dall’Università della Georgia mette però in dubbio questa proprietà, mentre altri test mostrano un tasso di mortalità dei batteri all’interno delle fibre di bambù di oltre il 70%.).
La pianta di bambù è una risorsa rinnovabile, cresce rapidamente, arrivando a maturazione in 3-4 anni. Non necessita di pesticidi o fertilizzanti, rigenera il terreno. Per la crescita si accontenta di acqua piovana. Assorbe elevate quantità di biossido di carbonio, trasformandolo in ossigeno.


Preferito da tanti eco-designer, sembra il tessuto sostenibile perfetto. Alcuni però sollevano dubbi al riguardo, considerando l’impatto sull’ambiente e sulla salute umana. La pianta non richiede pesticidi ma potrebbero essere comunque utilizzati. Inoltre potrebbe essere coltivata in zone appositamente deforestate. Infine le critiche riguardano il processo di trasformazione. Come per il rayon, le fibre di bambù sono trattate chimicamente per produrre “bambù rayon” o “viscosa di bambù”, a meno che non si ricorra invece al processo meccanico (e non chimico) di trasformazione. Il procedimento meccanico consiste nella frantumazione delle parti legnose della pianta, rese poltiglia da enzimi naturali (in un processo simile a quello della canapa), ottenendo in questo caso un “lino di bambù”. Il processo chimico è più economico e sembra quindi più frequentemente utilizzato, ma anche non sostenibile per via dell’impiego di sostante chimiche tossiche (forti solventi).

Come acquistarlo allora?
Verificando la presenza di certificazioni internazionali come Skal, Soil Association, Demetra, KRAV, GOTS, Organic Content Standard o OEKO-TEX. Quest’ultima è al momento la più completa garanzia di tutela per i consumatori, insieme alla GOTS ci assicura non ci siano sostanze dannose. E’ inoltre in fase di sviluppo una nuova tecnologia (Greenyarn™) che consente la realizzazione di tessuto da nanoparticelle di carbone di bambù, senza utilizzo di sostanze chimiche – ne seguiremo i progressi.  Volendo essere acquirenti ancora più responsabili, potremmo indagare sulla provenienza del bambù chiedendo informazioni sulla zona di coltivazione. La Cina è attualmente il maggior produttore, ma anche in Italia abbiamo coltivazioni. Investigare e chiedere ai produttori sono sempre azioni da veri eco-fashion shopper!

(fonte principale: http://organicclothing.blogs.com/my_weblog/2007/09/bamboo-facts-be.html)

Dove acquistarlo?
Teniamo presente che produrre tessuto dal bambù in modo sostenibile è più oneroso, ecco perché gli indumenti in questo materiale naturale saranno meno economici rispetto ad altre scelte, ma vi stupiranno per la morbidezza e la comodità, perfetti per un armadio dalla filosofia “poche cose ma che amiamo e di qualità”!

PS Seguite le istruzioni indicate dal produttore per mantenere al meglio i vostri capi.

Vesti la natura
Negozio italiano on line di abbigliamento sostenibile (vestiti, scarpe, borse, intimo). “Le nostre idee di moda? Socialmente equa, a basso impatto ambientale, rendere competitiva la manifattura sartoriale italiana, utilizzo di materiali alternativi a quelli di origine animale”.
Riguardo al bambù, propone due brand italiani:

  • Re-Bello, che produce (in Italia, Grecia e Turchia) capi 70% in bambù e 30% in cotone organico, certificati GOTS, OEKO Tex Standard e Fair Wear Foundation. Troverete molti modelli di T-shirt, anche in fibra di eucalipto), con varie stampe e grafiche. Le t-shirt in bambù sono attualmente in sconto, circa il 50% in meno, che consente così di acquistare a prezzi più abbordabili, tra i 25-35 euro (non è solitamente molto economico).
  • Malia Lab, che produce artigianalmente in Italia abbigliamento ecologico con certificazioni GOTS, Organic Content Standard e OEKO TEX. T-shirt, pantaloncini, pantaloni in bambù e altre fibre naturali.

Shop on line.
Per donna.
https://www.vestilanatura.it

Bamboom
Marchio italiano (di fascia alta) di abbigliamento e accessori per la prima infanzia. Disegnati in Olanda, prodotti al 100% in Italia (tessuti italiani), certificati Oeko-Tex, GOTS e EcoCert. Sul loro sito navigherete tra abitini e accessori con linee pulite ed eleganti e colori tenui. Molto belli gli animaletti in morbido bambù: Dragon, Doggie ed Elephant sono tenerissimi.
Corner in molti punti in Italia, presente anche in Olanda, Belgio, Spagna, Svizzera e Polonia.
Per bimbi.
https://www.bamboom.it/it/about-us

Rétro eco à porter
Marchio italiano di abbigliamento, intimo e accessori in tessuti biologici ecologici, scelti da fornitori italiani. “Sial le fibre biologiche, sia le tinture dei nostri tessuti sono prove di sostanze dannose per l’ambiente e la salute della tua pelle. In piccoli laboratori a gestione familiare, abili sarte creano i capi nel pieno rispetto dei lavoratori e del made in Italy”. Troverete canotte e maglie in bambù e ricino, realizzate artigianalmente con macchina da maglieria. La scheda trasparente sul prodotto riporta nella composizione “viscosa di bambù” e non ho trovato indicazioni sulla certificazione con riferimento ai campi in bambù, ma genericamente nella sezione “Chi siamo” (GOTS e ICEA – Institute Ethical and Environmental Certification). Ha anche un’ampia scelta di indumenti in altre fibre naturali.
Nel 2014 ha ricevuto il Premio per lo Sviluppo Sostenibile.
Per donna.
Negozio on line e rivenditori a Torino, Rovigo e Roma.
http://www.retroecoaporter.com/en/

Green Shirts
Brand tedesco di abbigliamento sostenibile. La loro missione: “fondare l’etichetta di abbigliamento più verde del mondo: condizioni di lavoro eque, prodotti organici, supporto alla produzione locale, energia rinnovabile nella produzione, banca eco e equa, metodi di spedizione con impatto neutrale sull’ambiente e materiale pubblicitario e imballaggio con prodotti riciclati.
Troverete magliette 70% in bambù, 30% in cotone organico, classiche e con stampe.
Certificazioni Fair Wear Foundation, Eko, Organic Standard Soil Association, Working with the carbon trust, Salvage, International Labour Organization, Oeko Text Standard 100, Environmental Justice Foundation.
Shop on line.
Per uomo e donna.
https://www.green-shirts.com/en/search?sSearch=bamb

CORA Happywear
Brand italiano di abbigliamento in bambù e altre fibre naturali. Sul loro sito potrete leggere in modo trasparente delle lacune nella sostenibilità del bambù a proposito del processo produttivo collocato in Turchia: “tale processo non è certamente ancora ottimale per l’ambiente, a causa dell’elevato consumo di acqua e di prodotti chimici. Vi è quindi ancora molto spazio d’azione per miglioramenti relativi a questa fase del processo (n.d.r.: trasformazione della pianta in viscosa). In CORA Happywear, al fine di attenuare gli impatti ambientali negativi del processo di estrazione della fibra mescoliamo il bambù con il 30% di cotone organico nella fase di filatura”. Certificazioni Fair Wear Foundation, Organic Standard Soil Association, Confidence in Textiles e GOTS.
Troverete simpatiche e colorate t-shirt! Ora in saldo!
Negozio on line.
Per donna e bambino.
https://www.corahappywear.com/it/

(Foto: Green Shirts)

(Articolo pubblicato anche su ecoscienti.org)

 

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