Seta: le proposte più sostenibili
Se avete letto il nostro articolo sulla provenienza e la produzione dei nostri indumenti di seta e vi è venuto il desiderio di acquistarne, vi suggeriamo qualche idea!
A 19 anni realizza il sogno di creare un brand sostenibile! Marco Belluzzo ci racconta di Kibou, il suo marchio di abbigliamento ecologico
(Italiano/English below) “L’industria tessile deve agire in modo responsabile rispettando l’ambiente e il benessere della persona”. Kibou produce magliette a tinta unita e non solo, polo, camicie e vestiti estivi per ragazze. Complimenti a Marco per l’idea e il coraggio di iniziare così giovane quest’impresa!
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La T-shirt ricordo delle vacanze? Quest’anno si cambia! 8 dritte per viaggiatori responsabili
Italiano/English below Finalmente il viaggio che stavamo aspettando! Siamo in vacanza in una bella località, magari tanto sognata, e un po’ per ricordarci dell’esperienza, un po’ per dire ai nostri cari e amici che ci siamo ricordati di loro anche in ferie non riusciamo a resistere ai souvenir.Pensandoci bene, abbiamo proprio necessità di portare a casa l’ennesima maglietta con la scritta del posto che abbiamo visitato? O il miliardesimo ninnolo attira polvere che forse guarderemo una volta all’anno? Siamo certi che faremo davvero felici i nostri cari o i nostri amici presentandoci con oggetti destinati magari a stare in un cassetto o a un’altra fine diversa dall’utilizzo?
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Borse (e non solo) da spiaggia, da piscina, da barca: VELEriciclano!
Se per le vostre vacanze siete in cerca di una nuova borsa per costumi, occhiali, libri, crema solare, ciabatte e tutto ciò che vi accompagna nelle giornate di relax, ecco un’idea abbastanza sostenibile: gli accessori realizzati da vele riciclate!In origine le vele erano costruite con canapa o lino, dal XIX secolo con il cotone. Dagli anni ‘50 iniziò l’utilizzo di materiali sintetici. Oggi si usano fibre di poliestere (dacron, kevlar, mylar, poliestere laminato, nylon ) e di carbonio, che è necessario smaltire in apposite strutture come rifiuti pericolosi, producendo sostanze tossiche.
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6 materiali insoliti per i nostri vestiti dagli scarti di altre produzioni: viva i designer coraggiosi e creativi e i consumatori responsabili!
Da quando ho iniziato il cammino verso una maggiore attenzione all’impatto del mio stile di vita su persone e ambiente, ho scoperto un mondo di materie prime alternative utilizzabili per i nostri vestiti. Cotone, lana e materiali sintetici fino ad allora mi erano sempre sembrate, in modo scontato, gli unici materiali, non ponendomi in realtà molte domande su come gli indumenti fossero fabbricati e fermandomi superficialmente all’estetica. Se da una parte mi accorgo della responsabilità come consumatore quando acquisto, dall’altra ho realizzato quanto anche i designer in questo momento storico siano determinanti nel trasformare la moda in un settore più responsabile e sostenibile. Sembra che circa l’80% dell’impatto ambientale sia…
Cotone: la nostra scelta fa la differenza!
Perché parliamo di cotone? Perché è uno dei tessuti più utilizzati per il nostro abbigliamento (e non solo) ed è anche tra quelli con maggior impatto ambientale. Considerando le magliette, ogni anno nel mondo ne acquistiamo 2 miliardi! E’ fresco, morbido, piacevole da sentire sulla pelle, pratico, d’estate quasi un must, ma ne acquistiamo così tanto che non mancano le conseguenze sull’ambiente e sulle persone…. Ne parliamo per capire perché prima di comprare capi in cotone tradizionale sia importante chiederci se davvero ne abbiamo bisogno o almeno valutare l’opzione del cotone biologico o altre fibre naturali.
Lavoro minorile e schiavitù: i prodotti coinvolti
(Italiano/English) L’ILAB (Bureau of International Labor Affairs negli USA) mostra sul suo sito i prodotti collegati ai fenomeni di lavoro minorile e di schiavitù lavorativa* nei diversi paesi. Nell’elenco compaiono: – Tessuti decorati, in India e Nepal – Cotone, in Uzbekistan, Egitto, Zambia, India, Kazakhstan, Kyrgyz Republic, Mali, Argentina, Pakistan, Azerbaijan, Paraguay, Benin, Tajikistan, Brasile, Turchia, Burkina Faso – Tessuti in Bangladesh, Cambogia, Cina, Corea del Nord, Vietnam, Etiopia – Accessori di moda, nelle Filippine – Scarpe, in Bangladesh, Brasile, Cina, India, Vietnam, Indonesia – Abiti, in Cina, India, Thailandia, Malesia, Vietnam, Argentina – Seta, in India – Pelle, in Bangladesh, Pakistan Vietnam, India – Tappeti, in Guatemala, Afghanistan, India, Iran,…
Alla scoperta del bambù! Pregi e difetti di un materiale morbidissimo e lucente
Ho scoperto il bambù come risorsa tessile qualche anno fa, acquistando una soffice maglietta nel negozio del progetto Clean Ocean Project (Canarie). E’ subito diventata una delle mie preferite! Tra i filati sostenibili sempre più spesso si nomina il bambù, una fibra di pura cellulosa. Lucente come la seta, morbido, antibatterico, resistente, traspirante, assorbente (più del cotone), protettivo dai raggi UV, al 100% biodegradabile senza rilasciare sostanze tossiche. Antibatterico perché contiene un agente chiamato Bambù Kun che assolve una naturale funzione deodorante bloccando la proliferazione dei batteri origine di cattivi odori. I vestiti in bambù sono più igienici e rimangano più freschi e profumati (uno studio pubblicato su AATTCC Review…
Un tessuto ecologico e fresco per le calde giornate? Il lino!
L’80% di questa fibra tessile è prodotto in Europa (quindi raramente proverrà da paesi molto lontani influendo sull’impatto ambientale). Se cercherete abbigliamento e biancheria per la casa in lino su Etsy, troverete un’ampia offerta di negozi on line dalla Lituania, paese in cui la produzione e la tradizione del lino è diffusa. La scelta di negozi che propongono abiti di lino è vasta per donna, uomo e bambini, più ristretta se cerchiamo lino biologico, ma già di per sè il lino è appunto una soluzione più responsabile rispetto ad altri materiali. Diecimila aziende europee sono coinvolte nella produzione e nella stigliatura del lino creando un prodotto d’eccellenza: traspirante in estate,…
Voglia di leggerezza? Semplici gonne fai da te!
Ho scoperto il bambù come risorsa tessile qualche anno fa, acquistando una morbidissima maglietta nel negozio del progetto Clean Ocean Project (Canarie). E’ subito diventata una delle mie preferite. Tra i filati sostenibili sempre più spesso si nomina il bambù, una fibra di pura cellulosa. Lucente come la seta, morbido, antibatterico, resistente, traspirante, assorbente (più del cotone), protettivo dai raggi UV, al 100% biodegradabile senza rilasciare sostanze tossiche.