• Companies / Aziende,  Fashion/Moda,  Modern slavery / Schiavitù moderna

    It still happens: another company that produces for international brands went on fire causing victims

    Italiano/English below Puoi ascoltare qui l’articolo: Succede ancora È successo di nuovo. Un’altra fabbrica che produce per aziende multinazionali, dopo quella crollata in Bangladesh circa 7 anni fa, è andata a fuoco. La mancanza di sicurezza antincendio nell’edificio è in gran parte responsabile dell’incidente che è avvenuto sabato 8 febbraio 2020 nella fabbrica di Nandan Denim ad Ahmedabad, gestita dal Gruppo Chiripal* che conta tra i suo clienti molti marchi internazionali. Le vittime sono 7 dipendenti, con un’età compresa tra 22 e 47 anni. Sebbene la causa dell’incendio non sia stata ancora comunicata, The Indian Express ha affermato che è iniziato nel reparto camiceria dove erano presenti più di 60 lavoratori, senza…

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    A bikini at the price of a coffee – The “rapid” fashion

    Italiano/English below Missguided, il brand di Manchester, ha lanciato nella scorsa settimana una campagna promozionale per festeggiare 10 anni di empowerment delle donne, proponendo un bikini a 1 sterlina (= 1,1 euro). Le reazioni, come si può immaginare, da parte di ambientalisti, attivisti impegnati a fermare il fenomeno fast fashion e di persone sensibili alle tematiche green e sociali sono molteplici e forti. Il costume consiste in un sopra a triangolo e un sotto con laccetti ed è all’85% in poliestere (un tessuto derivato del petrolio, accusato di rilasciare microfibre nel lavaggio in lavatrice) e al 5% in elastan (fibra sintetica di poliuretano, usata per dare elasticità ai tessuti). Come…

  • Climate change,  Companies / Aziende,  Environment/Ambiente,  Fashion/Moda,  Minimalism,  Modern slavery / Schiavitù moderna,  Responsible life / Stile di vita resp.

    Environmental and social injustice: who pays the cost of our opportunity to buy more clothes at low prices

    Italiano/English below Un team di ricercatori dell’Università di Washington a St. Louis ha presentato uno studio sull’ingiustizia ambientale e sociale della fast fashion. Il modello di business della “moda veloce” è ormai ampiamente adottato a livello globale. “Veloce” perché rapidamente arrivano dal design alla vendita indumenti che rispondono alla costante richiesta di stili sempre più diversi in breve tempo. La catena di fornitura è internazionale, spostando altrove la produzione di fibre, la creazione di tessuti e l’assemblaggio di capi di abbigliamento in aree con manodopera a costo inferiore. La moda fast è prontamente disponibile e conveniente.