
Vita da Dress ECOde – No, non butto via no! Storie di recupero
Puoi ascoltare qui l’articolo: No, non butta via no!
L’antefatto
È novembre. Siamo temporaneamente nella città dove sono nata (Modena), per ragioni familiari facendo avanti e indietro dall’ospedale. Indosso una borsa acquistata tanti anni fa, purtroppo in una catena fast fashion. Mi piace tanto il modello e cerco di farla durare a lungo, avendo ormai fatto un acquisto insensato, prima di abbracciare la moda sostenibile. È in ecopelle, quindi va bene riguardo al rispetto per gli animali ma… spesso per evitare la pelle sono utilizzati materiali sintetici che non hanno nulla di rispettoso degli animali e dell’ambiente. Ma chi lo sapeva allora? Cerco quindi di tenerla il più possibile.
Il danno
Sono a Modena e guardando la borsa esclamo: “Mi piace proprio questo modello! È davvero carino!”. Il giorno dopo, non si sa come, una spellatura compare sulla cima… Da buttare.
Non ci riesco. Dopo aver raccolto plastica e rifiuti, penso e ripenso prima di gettare via un oggetto come questo. Dovrà pur esserci una soluzione? Se fosse di pelle di buona qualità, come quelle che troviamo nei negozi vintage e second-hand, avrebbe un suo fascino anche rovinata (e comunque non si sbuccerebbe così) o varrebbe la pena portarla a riparare dal calzolaio di fiducia. Invece questo è ciò che accade quando si comprano pezzi del genere in catene fast fashion.
La soluzione
Passa il tempo, la borsa resta in un angolo dell’armadio, in attesa di una soluzione. Finché un giorno, infatti, sistemando tessuti e scampoli trovo un quadrato di ecopelle marrone. E se… Se provassi a ripararla da me, con un inserto di colore più scuro? Accosto la stoffa alla borsa e sembra funzionare!
Il recupero
Non ho scattato fotografie alla borsa prima del restauro. Mi è venuto in mente durante l’operazione di recupero! Nel video si intravede però una metà com’era prima dell’intervento. In origine, era di un unico colore. Ho appoggiato la carta di un giornale per prendere la forma dell’inserto da ricoprire. Successivamente ho appoggiato la sagoma di carta sul rovescio della stoffa, disegnando con la matita la linea da ritagliare, cercando di tenere mezzo centimetro di bordo per sicurezza. Ho immaginato infatti che il tessuto si sarebbe ritirato una volta attaccato.
Dopo averle cosparse con la colla per tessuti, pazientemente ho collocato le due forme sulla borsa, premendo soprattutto sui bordi e ripassando negli angoli.
Infine ho passato il phon, in modo che gli inserti aderissero meglio. Mi sono ricordata di quando papà mi faceva passare il phon da piccola per far aderire meglio le fodere dei libri di scuola…
Il risultato
Ed ecco il risultato! Non mi dispiace l’effetto finale. Devo ripassare gli angoli con la colla, ora che la prima passata è asciutta. Sono i punti dove tenderà altrimenti a sollevarsi. Intanto però te la mostro nella foto.
Come ti sembra? Apprezzo moltissimo l’idea di poterla utilizzare ancora per tanto tempo! Anche se non è più in tinta unita, potrò comunque indossarla piacevolmente.
È successo anche a te di riparare un acquisto “livello qualità fast fashion”, effettuato prima della conversione alla moda sostenibile? Se ti va di raccontarmi la storia, scrivimi cliccando sul bottone qui sotto! L’ascolterò volentieri e sarà bello condividerla con chi come noi sta provando a ridurre la propria impronta ambientale.
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