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Che eco-ansia! 10 rimedi per alleggerirla

Puoi ascoltare qui l’articolo: Eco-ansia

 

Tra diluvi, incendi, siccità, uragani, inquinamento, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del livello dei mari… C’è qualcuno, sensibile all’argomento sostenibilità, che non senta un po’ di eco-ansia?

Soprattutto in seguito alla pubblicazione dell’ultimo rapporto IPCC durante quest’estate, i post, i commenti e le richieste di consigli sempre più frequentemente hanno riguardato la preoccupazione per lo scenario futuro che si prospetta in termini di sopravvivenza del genere umano.

L’IPCC

Costituito nel 1988, è l’organismo internazionale delle Nazioni Unite per la valutazione dei cambiamenti climatici. Nell’ultimo rapporto pubblicato, 234 scienziati hanno sintetizzato 14,000 documenti di ricerca. Non ci sono più dubbi sulla crisi climatica. È inequivocabile che l’influenza umana abbia riscaldato l’atmosfera, l’oceano e le terre emerse. Le evidenze lo confermano (fonte: IPCC 2021):

  • L’influenza umana è la causa principale del ritiro dei ghiacciai a livello globale dagli anni ’90 e ha contribuito allo scioglimento superficiale osservato della calotta glaciale della Groenlandia negli ultimi due decenni.
  • L’influenza umana ha riscaldato il clima a un ritmo (velocità) senza precedenti negli ultimi 2000 anni.
  • Gli estremi di caldo (incluse le ondate di calore) sono diventati più frequenti e più intensi nella maggior parte delle terre emerse a partire dagli anni ’50 del XX secolo.
  • La temperatura superficiale globale è aumentata più velocemente a partire dal 1970 che in qualsiasi altro periodo di 50 anni degli ultimi 2000 anni.
  • Il livello medio globale del mare continuerà ad aumentare nel corso del XXI secolo (le ipotesi sono tra +0,28 e +1,01 metri).
  • L’oceano si è riscaldato più velocemente nell’ultimo secolo che dalla fine dell’ultima deglaciazione (circa 11.000 anni fa).
  • Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di CO2 erano le più alte degli ultimi 2 milioni di anni.
  • Il riscaldamento globale di 1,5°C e 2°C sarà superato durante il corso del XXI secolo a meno che non si verifichino nei prossimi decenni profonde riduzioni delle emissioni di CO2 e di altri gas serra.

Sono solo alcuni dei punti emersi dal rapporto: ti è salita l’eco-ansia?

Cos’è?

Si tratta di un impatto psicologico indiretto del cambiamento climatico. È “una reazione su larga scala allo stato degli ecosistemi planetari” (Pihkala, 2020). Secondo l’American Pshychological Association (2017) è “una paura cronica dei disastri ambientali. Una fonte di stress causato dal guardare il lento e apparentemente irrevocabile impatto del cambiamento climatico, e preoccuparsi del futuro di se stessi, dei bambini e delle ultime generazioni” (Clayton et. al., 2017).

Come si manifesta?

I sintomi riferiti sono paura esistenziale, senso di colpa o vergogna per la propria impronta ambientale, depressione, ansia, panico, nervosismo, sensazione di essere senza speranza, irritabilità, debolezza, sbalzi d’umore, esaurimento, insonnia, pensieri ossessivi.

Chi riguarda?

Riguarda tutti, anche giovani e bambini. L’American Psychological Association (2020) ha rilevato che per il 47% degli americani di età compresa tra 18 e 34 anni lo stress del cambiamento climatico ha avuto un impatto sulla vita quotidiana. I giovani sperimentano attraverso la tecnologia moderna una maggiore esposizione a realtà climatiche inquietanti e ansiogene (Li, 2015).

L’associazione di beneficenza Place2Be afferma che sia più accentuata tra i giovani: da uno studio emerge che 4 bambini su 5 tra i 10 e i 12 anni hanno espresso sentimenti di paura, tristezza, rabbia per i problemi ambientali.

Come reagiamo all’ansia climatica?

Le risposte psicologiche possono essere (Coppola, 2021):

  • disadattive. Per molte persone, il costo mentale di pensare e sperimentare la realtà di un clima che cambia è quasi troppo da sopportare. Di conseguenza, una risposta comune è rifiutare questa realtà. Una risposta disadattiva è caratterizzata dallo spegnimento attraverso la negazione, la scissione e il disconoscimento (Doherty, 2011; Lewis, 2019).
  • adattive. Altre persone coltivano vari effetti di auto-conservazione come resilienza, speranza costruttiva, sintonizzazione, risonanza cognitiva e autoefficacia. Pihkala (2019) afferma che bisogna essere in grado di adattarsi di fronte all’ansia piuttosto che essere schiacciati.
Come possiamo rispondere in modo adattivo?

Corso moda sostenibileAbbiamo raccolto alcuni suggerimenti per reagire all’eco-ansia in modo più costruttivo e resiliente. In casi di livelli elevati o situazioni patologiche ovviamente è necessario il supporto di uno specialista, negli altri casi possiamo adottare alcuni accorgimenti.

 

 

 

 

10 rimedi
  • Migliorare lo stato d’animo
  1. Connettiti con la natura. Coltiva piante e alberi in terrazzo, balcone, giardino.
  2. Medita.
  3. Disconnettiti da internet.

Prendersi cura di sé attraverso abitudini sane è uno dei rimedi consigliati dall’American Psychological Association.

  • Informarsi meglio
  1. Scegli accuratamente le fonti d’informazione. Evita chi espone con toni disastrosi, senza proporre azioni che possono essere messe in pratica. Verifica sempre ciò che leggi! Spesso i media rincorrono titoli sensazionalistici.
  2. Riduci il tempo in mezzo a notizie negative. È importante essere aggiornati, ma non esagerare. Zero Waste Goods dà un consiglio secondo noi molto valido: se leggi una storia negativa, scrivi un messaggio da “portare a casa” e un cambiamento che vuoi mettere in atto come risposta a quanto letto. Cerca storie positive per far entrare nella tua prospettiva il fatto che nel mondo accadono anche tante cose positive.

  • L’azione come antidoto (Coppola 2021)
  1. Valuta il tuo impatto ambientale e osserva come puoi miglioralo cambiando alcune abitudini (diminuire plastica, ridurre rifiuti, acquistare localmente, adottare un’alimentazione a base vegetale, ecc.). Puoi seguire i consigli del nostro sito, per esempio, per limitare il tuo impatto attraverso la scelta dei vestiti. Oppure utilizzare un’app come AWorld.
  2. Trova il tuo ruolo, pensa qual è il modo migliore con cui puoi mettere a frutto le tue capacità per contribuire positivamente. Non possiamo fare TUTTO, ma possiamo fare qualcosa. Anche attraverso le nostre scelte politiche e di acquisto.
  • La forza del gruppo
  1. Unisciti ad altri gruppi, per esempio di volontariato. Spesso l’eco-ansia è vissuta in solitudine. Una tesi di ricerca condotta presso l’Università del Vermont (Coppola, 2021) ha rivelato come l’azione attraverso il coinvolgimento in organizzazioni ambientali serva da antidoto per l’eco-ansia tra i membri della “Climate Generation” (sono stati intervistati giovani dai 18 ai 21 anni, reclutati da sei organizzazioni ambientaliste dell’UVM).
    Scegli una realtà che opera vicino a te per contribuire in modo positivo alla comunità locale.
  2. Condividi la tua esperienza con altri e costruisci forti reti sociali (American Psychological Association). Su Clubhouse ci troviamo settimanalmente per fare rete, confrontarci e sostenerci tra persone che hanno a cuore la sostenibilità (Club Sostenibilità).
  3. Cerca di essere un esempio per gli altri (ricordando che non è necessario essere perfetti!).

Foto: Omid Armin (cover); Fransiskus Filibert; Dress ECOde.

 

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