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Sanzioni e divieto di pubblicità: la Francia ferma il fast fashion

L’Assemblea nazionale francese ha adottato all’unanimità il disegno di legge volto a ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile, che dovrà proseguire il suo percorso legislativo al Senato. Con l’obiettivo di fermare il fast fashion, il testo prevede:

  • il divieto di pubblicità per la vendita di capi di abbigliamento a prezzi stracciati
  • la decisione di definire il fast fashion in base a un numero stabilito di capi immessi sul mercato annualmente
  • una sanzione ambientale rafforzata per rendere i prodotti della moda veloce meno attraenti

Inoltre, le aziende che vendono moda usa-e-getta online dovranno esporre vicino al prezzo sul proprio sito messaggi che:

  • sensibilizzino sull’impatto ambientale dei propri prodotti;
  • incoraggino la sobrietà, il riutilizzo, la riparazione o il riciclaggio.

In caso di violazione le aziende incorreranno in una sanzione pecuniaria (fino a 15.000 euro).

Un altro emendamento aggiunge ulteriori dettagli sull’impatto ambientale nell’articolo L941-9-11 del codice dell’ambiente, integrando il criterio della sostenibilità. Il sistema di valutazione ambientale conosciuto come eco-score, che considera l’impatto ambientale di prodotti e servizi, è stato sperimentato nell’industria tessile tra il 2020 e il 2022 e si prevede che sarà implementato entro la fine del 2024.
Non è una tassa.

È impropriamente chiamata tassa ma si tratta di un sistema bonus/malus: i prodotti con il peggiore impatto ambientale non potranno beneficiare dei bonus ma saranno soggetti a sanzioni dissuasive a partire dal 2025. La sanzione ecologica sarà a prodotto di:

  • 5 euro nel 2025
  • 6 euro nel 2026
  • 7 euro nel 2027
  • 8 euro nel 2028
  • 9 euro nel 2029
  • 10 euro nel 2030.

Queste sanzioni dovrebbero contribuire a finanziare bonus a beneficio delle aziende virtuose del settore tessile.

Le tasse sono generalmente imposte dai governi come pagamenti obbligatori per un particolare servizio o un’attività prestata dallo Stato nei suoi confronti. (Le imposte invece rappresentano il contributo obbligatorio del cittadino alle casse dello Stato per il finanziamento di servizi pubblici in generale).

Le sanzioni sono spesso associate a misure punitive per la violazione di leggi o regolamenti. Anche se potrebbero funzionare in modo simile alle tasse in termini di impatto finanziario sulle aziende, non sono esattamente la stessa cosa.

Saranno misure efficaci?

Da un punto di vista macroeconomico, l’efficacia di un disegno di legge rivolto alle aziende del fast fashion dipende da vari fattori, tra cui le disposizioni specifiche del disegno di legge, le reazioni dei consumatori e delle imprese e le dinamiche di mercato più ampie. Ecco alcune considerazioni:

  • Elasticità della domanda: se i consumatori sono molto reattivi alle variazioni dei prezzi o alle restrizioni pubblicitarie, le sanzioni e i divieti pubblicitari imposti dalla legge potrebbero portare a una significativa diminuzione della domanda di prodotti fast fashion. Tuttavia, se la domanda di fast fashion è relativamente anelastica, ossia i consumatori sono meno sensibili alle variazioni di prezzo, l’impatto della sanzione potrebbe essere limitato.
  • Effetti di sostituzione: le aziende che operano nel settore del fast fashion possono rispondere alle sanzioni e ai divieti pubblicitari modificando le proprie strategie di produzione o diversificando la propria offerta di prodotti. Ad esempio, potrebbero concentrarsi sulla produzione di abbigliamento di qualità superiore e più duraturi o esplorare modelli di business alternativi come linee di moda sostenibili. La misura in cui riusciranno ad adattarsi con successo influenzerà l’efficacia del disegno di legge come deterrente.
  • Concorrenza di mercato: il settore del fast fashion è altamente competitivo, con numerose aziende in lizza per quote di mercato. Se solo un Paese applicasse sanzioni e divieti pubblicitari, le aziende potrebbero semplicemente spostare le proprie attività in altri Paesi con normative più indulgenti. L’efficacia del disegno di legge potrebbe essere migliorata se fosse parte di uno sforzo coordinato tra più Paesi o regioni.
  • Innovazione e progressi tecnologici: le aziende del fast fashion possono investire in ricerca e sviluppo per trovare modi per mitigare l’impatto ambientale dei loro prodotti o migliorare le proprie credenziali di sostenibilità. Ciò potrebbe comportare innovazioni nei materiali, nei processi di produzione o nella gestione della catena di fornitura. Il disegno di legge potrebbe incentivare tale innovazione creando opportunità di mercato per le aziende in grado di offrire alternative più sostenibili.
  • Applicazione e sostegno del governo: l’efficacia del disegno di legge dipenderà dalla capacità del governo francese di far rispettare le sue disposizioni e fornire sostegno alle aziende nella transizione verso pratiche più sostenibili. Meccanismi di applicazione efficaci, insieme a incentivi finanziari e sostegno all’innovazione, potrebbero contribuire a garantire la conformità e promuovere cambiamenti a livello di settore.

Da una prospettiva di microeconomia, le sanzioni imposte dalla legge sul fast fashion possono avere diversi effetti sul comportamento delle singole aziende e dei consumatori nel mercato della moda. Ecco alcuni dei possibili effetti:

  • Riduzione della produzione di fast fashion: Le sanzioni finanziarie e i divieti pubblicitari possono rendere meno conveniente per le imprese produrre e commercializzare prodotti di fast fashion. Di conseguenza, le aziende potrebbero ridurre la quantità di tali prodotti offerti sul mercato, concentrandosi invece su linee di prodotti più sostenibili e di qualità superiore.
  • Incentivi per l’innovazione e la differenziazione: Le sanzioni possono spingere le aziende a investire in ricerca e sviluppo per realizzare materiali e processi di produzione più sostenibili. Ciò potrebbe portare a un aumento dell’innovazione nel settore della moda e alla creazione di prodotti differenziati che si distinguono per la loro sostenibilità e qualità.
  • Aumento dei prezzi al dettaglio: Se le aziende trasferiscono i costi delle sanzioni ai consumatori attraverso aumenti dei prezzi al dettaglio, ciò potrebbe ridurre la domanda di prodotti di fast fashion. I consumatori potrebbero essere disposti a pagare di più per prodotti più sostenibili o di qualità superiore, ma potrebbero anche ridurre le proprie spese complessive per abbigliamento a causa dei prezzi più alti.
  • Cambiamenti nelle preferenze dei consumatori: Le sanzioni e i divieti pubblicitari possono influenzare le percezioni e le preferenze dei consumatori nei confronti dei prodotti di fast fashion. La riduzione dell’esposizione pubblicitaria a tali prodotti potrebbe portare i consumatori a cercare alternative più sostenibili o a valutare in modo diverso i marchi che promuovono pratiche più etiche e responsabili.
Pro e contro

Pro:

  1. Benefici ambientali: Imporre penalità e divieti pubblicitari sui prodotti di fast fashion incoraggia le aziende ad adottare pratiche più sostenibili, come la riduzione delle emissioni di carbonio, la minimizzazione dei rifiuti e l’uso di materiali ecologici. Ciò può portare a benefici ambientali a lungo termine, tra cui una riduzione dell’inquinamento e la conservazione delle risorse.
  2. Correzione del mercato: Il fast fashion è stato criticato per i suoi impatti sociali e ambientali negativi, come le pratiche lavorative sfruttative e il consumo eccessivo di risorse naturali. La legge fornisce un meccanismo per correggere le inefficienze di mercato internalizzando i costi esterni associati al fast fashion, promuovendo comportamenti più responsabili tra le aziende.
  3. Innovazione e creazione di posti di lavoro: La legge incentiva gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo per identificare alternative sostenibili ai prodotti tradizionali di fast fashion. Ciò può stimolare l’innovazione nell’industria della moda e creare nuove opportunità per le imprese specializzate in materiali ecologici, tecnologie e processi produttivi. Inoltre, il passaggio alla moda sostenibile potrebbe creare nuovi posti di lavoro in settori come il design sostenibile.
  4. Competitività migliorata: L’adozione di pratiche sostenibili può migliorare la competitività delle imprese di moda francesi sia nei mercati interni sia internazionali. Con il cambiamento delle preferenze dei consumatori verso prodotti più ecologici, le aziende che danno priorità alla sostenibilità possono guadagnare un vantaggio competitivo e attirare più clienti. Ciò può contribuire alla sostenibilità e al successo a lungo termine dell’industria della moda francese.

Contro:

  1. Implicazioni finanziarie: Il rispetto delle disposizioni della legge, come le penalità per i prodotti di fast fashion e le restrizioni pubblicitarie, potrebbe aumentare i costi di produzione per le aziende. Questi costi aggiuntivi potrebbero essere trasferiti ai consumatori sotto forma di prezzi più alti, riducendo potenzialmente il potere d’acquisto dei consumatori e la domanda complessiva di abbigliamento. Ciò potrebbe avere implicazioni negative per la crescita economica e l’occupazione nell’industria della moda.
  2. Distorsioni di mercato: La legge potrebbe creare distorsioni nel mercato della moda favorendo le aziende in grado di permettersi di investire in iniziative di sostenibilità rispetto a quelle più piccole o meno finanziariamente sicure. Ciò potrebbe portare a una concentrazione del mercato e a una riduzione della concorrenza, limitando potenzialmente la scelta dei consumatori e l’innovazione a lungo termine. Inoltre, se le penalità colpiscono in modo sproporzionato le aziende domestiche rispetto ai concorrenti internazionali, potrebbe risultare in inefficienze di mercato e squilibri commerciali.
  3. Complessità della catena di approvvigionamento: L’implementazione di pratiche sostenibili nell’industria della moda richiede collaborazione e coordinamento lungo complesse catene di approvvigionamento globali. Le aziende potrebbero affrontare sfide nel reperimento di materiali sostenibili, nell’assicurare pratiche lavorative etiche e nel mantenere standard di qualità durante il processo produttivo. Ciò potrebbe portare a interruzioni nella catena di approvvigionamento, all’aumento degli oneri amministrativi e a rischi operativi per le imprese.
  4. Conseguenze non volute: Le disposizioni della legge potrebbero avere conseguenze non desiderate che colpiscono negativamente determinati stakeholder, come i lavoratori dell’industria del fast fashion o i consumatori con opzioni d’acquisto limitate. Ad esempio, le penalità per i prodotti di fast fashion potrebbero avere effetto  in modo sproporzionato i consumatori a basso reddito che dipendono da opzioni di abbigliamento accessibili.
La reazione di Shein
Shein ha risposto al disegno di legge dichiarando a Reuters che i loro abiti rispondono a una domanda esistente, mantenendo basso il tasso di invenduti rispetto ai produttori tradizionali che possono arrivare fino al 40% di invenduto. Sostengono che l’unico effetto della legge sarebbe quello di danneggiare il potere d’acquisto dei consumatori francesi, specialmente in un periodo in cui già si sente l’impatto della crisi del costo della vita.
I prossimi passi

La questione delle soglie, che definirebbero la moda usa-e-getta, è stata criticata poiché lasciata al governo, con timori che possa non essere attuata efficacemente.

Inoltre, l”introduzione di criteri sociali per garantire il rispetto dei diritti umani nella produzione di abbigliamento ha sollevato dibattiti, con alcuni sostenitori che citavano precedenti scandali come il Rana Plaza. Tuttavia, altri hanno avvertito che la moda ultraveloce potrebbe non essere il contesto adatto per stabilire regole globali contro il dumping sociale.

Il ministro della transizione ecologica ha promesso di avviare una missione per definire criteri sociali ed ecologici nei prossimi due mesi. Dopo essere stato adottato in prima lettura dall’Assemblea nazionale, il disegno di legge dovrà quindi proseguire il suo percorso legislativo al Senato. Nel frattempo, il ministro dell’ambiente francese ha annunciato l’intenzione di proporre un divieto sulle esportazioni di vestiti usati a livello dell’Unione Europea, cercando di affrontare il crescente problema dei rifiuti tessili.

Fonti: LCP Assemblée Nationale; Vie Publique; Reuters

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