
Il macchinario di H&M che ricicla in 5 ore i vestiti usati: fast fashion sostenibile?
Puoi ascoltare qui l’articolo: Looop – Macchinario di H&M
Il marchio svedese di fast fashion H&M ha trovato un modo per far sì che i capi usati di abbigliamento siano riciclati al posto di essere buttati, dando loro nuova vita. Tutto questo in sole 5 ore!
Il brand infatti darà la possibilità ai propri clienti di recarsi nel negozio di marca a Stoccolma per restituire i capi non più desiderati. Gli indumenti saranno igienizzati e inseriti in un nuovo macchinario chiamato Looop che scompone le fibre, successivamente utilizzate per creare nuovi capi di abbigliamento. H&M ha dichiarato alla CNN che questo processo di riciclo, sviluppato insieme a Hong Kong Research Institute of Textiles and Apparel (HKRITA) e all’azienda di filatura Novetex Textiles, può funzionare con più di un capo contemporaneamente, non usa acqua né prodotti chimici e a volte ha bisogno di aggiunte di materie prime di “origine sostenibile”, che sperano di ridurre al minimo.
Una tecnologia che appare di sicuro innovativa e con molto potenziale, ma abbiamo voluto approfondire l’argomento con Ariele Elia, Assistant Director presso il Fashion Law Institute all’Università Fordham Law e membro di Fashion Studies Alliance.
“Il problema più grande è che non è possibile riciclare tutti i capi di abbigliamento e non esiste un sistema che possa separare molte miscele di tessuti come poliestere o materiali sintetici”, spiega Ariele. “Quello che succede con molte di queste plastiche è che quando inizi a sminuzzarle in realtà scioglie la fibra, quindi se si riferiscono al riciclo di fibre di lana e fibre di cotone va bene, ma la maggior parte dei vestiti che H&M produce è di solito miscelata con una qualche componente elasticizzante all’interno. Questo sistema è ottimo per un maglione di lana al 100% che può essere riciclato, ma se contiene un qualsiasi tipo di tessuto elasticizzato o sintetico probabilmente non puoi riciclarlo”.
Oltre alle 5 ore necessarie per completare la trasformazione, i clienti potranno osservare tutto il processo completo grazie al fatto che Looop nel negozio è circondato da pareti trasparenti. A un prezzo che varia dagli 11 ai 16 dollari, i clienti avranno la possibilità di scegliere se trasformare i vecchi indumenti in una sciarpa, una coperta per bambini o un maglione.
H&M ha dichiarato che i proventi andranno investiti nella ricerca e innovazione per aiutare l’azienda a raggiungere l’obiettivo di approvvigionamento al 100% di materiali riciclati o sostenibili entro il 2030.
A causa della reputazione del brand svedese, ed in particolare del loro modello di business di fast fashion ormai consolidato da anni, consideriamo con molta cautela questo intento, come suggerito anche da Ariele:
“Stanno facendo dei cambiamenti. Penso sia ammirevole come stiano cercando di arrivare a nuovi sistemi di riciclaggio e che la quantità di denaro investita nella tecnologia sia grandiosa. Tuttavia, torno sempre sul fatto che con la moda fast fashion se la tua produzione di massa è così ampia non è sostenibile. Nonostante tutte le diverse iniziative e la scelta consapevole che il macchinario Looop sia in piena esposizione circondato da vetri trasparenti, nei marchi o nelle collezioni consapevoli che crei non puoi ancora essere sostenibile”.
Abbiamo coinvolto anche Sarah Byrd, storica della moda e archivista e membro di Fashion United Alliance. Sarah propone una visione differente del nuovo macchinario e della finalità del brand, dando maggior rilevanza al fatto che ogni tipo di vestito potrà solamente essere riciclato in una sciarpa, una coperta per bambini o un maglione.
“Per quello che vale, non penso che produrre nulla di nuovo sia mai veramente sostenibile e questo sistema sembra molto più ‘downcycling’ (ndr: che riutilizza un materiale creando un prodotto di minor valore rispetto a quello che aveva l’originale) che ‘recycling’. Comprare meno e aver cura di ciò che abbiamo è sempre un passo molto più realistico verso la sostenibilità”, spiega Sarah.
Ariele Elia aggiunge che oltre alla produzione di nuovi indumenti c’è anche da considerare la qualità:
“Quello che molti non riconoscono è che quando si riciclano fibre tessili poi non sono più vergini, quindi la qualità è molto inferiore. E penso che le persone si aspettino che ciò di cui si liberano ritornerà loro esattamente con la stessa qualità”.
Oltre a offrire quest’alternativa sostenibile, il brand svedese ha affermato che permettere ai clienti di visualizzare l’approccio al riciclo a circuito chiuso incoraggerà più persone a riflettere sull’effettivo valore dei tessuti che indossano.
Per il momento il macchinario è disponibile solo nel negozio di Stoccolma e non è chiaro se la multinazionale svedese abbia un piano di espansione.
In conclusione, il nuovo macchinario di H&M creato nel tentativo di fornire soluzioni più sostenibili è di sicuro degno di nota. Se decideranno di concederne la licenza ad altre aziende, sarà possibile replicare l’invenzione su più ampia scala. Inoltre, l’energia e le risorse economiche investite per Looop, che potrebbe avere un impatto non indifferente nel mondo della moda, è senza dubbio ammirevole.
Bisognerà vedere quali saranno i risultati a breve e lungo termine di questa nuova tecnologia per poter valutarla a pieno.
In ogni caso, il modello di business e di produzione a basso costo a cui l’azienda è fortemente radicata non è sostenibile. E, indipendentemente dalle iniziative o collezioni consapevoli che creano, non potranno mai cancellare o redimere sé stessi dai danni creati con la loro produzione di massa.
Il riciclo veloce di una moda (e di un consumo) sempre più rapido non è LA soluzione all’impatto negativo del sistema produttivo e di consumo del settore.
Noi di Dress Ecode continueremo a seguire gli sviluppi di questo macchinario e ad aggiornarvi sulle altre azioni di H&M.
Riccardo Zazzini
Foto: Fernand De Canne, Ksenia Chernaya.